Molti considerano il dolore cronico una naturale conseguenza dell'invecchiamento. Ma la scienza smentisce questo luogo comune. Un recente studio pubblicato su Musculoskeletal Science and Practice, basato sul vasto progetto europeo SHARE, rivela che il dolore non è affatto inevitabile. Il principale responsabile? La sedentarietà .
Cosa dice lo studio SHARE? Il progetto SHARE (Survey of Health, Ageing and Retirement in Europe) ha analizzato i dati di 27.528 adulti con più di 50 anni, provenienti da 28 Paesi europei. Gli studiosi hanno valutato diversi comportamenti legati allo stile di vita — tra cui il livello di attività fisica, la qualità del sonno, l’abitudine al fumo e il regime alimentare — per identificare quali influenzassero in modo più significativo l’intensità del dolore cronico auto-riferito.
I risultati sono stati inequivocabili: le persone fisicamente inattive hanno mostrato una probabilità superiore di oltre 4 volte di soffrire di dolore severo rispetto a quelle che praticano regolarmente almeno un'attività fisica moderata. Questo dato è stato ottenuto attraverso modelli statistici multivariati che hanno tenuto conto di età , sesso, comorbilità e uso di farmaci. Il valore dell’Odds Ratio (OR) per la sedentarietà si è attestato a 4,35 con un intervallo di confidenza del 95% e una significatività statistica p < 0.001.
Altri fattori hanno mostrato un impatto minore ma comunque significativo: il sonno disturbato è stato associato a un aumento del rischio di dolore severo pari a 1,82 volte, il fumo attivo a circa 1,51 volte, mentre una dieta non equilibrata ha aumentato il rischio di circa 1,34 volte.
La forza dello studio sta anche nella dimensione del campione e nella metodologia rigorosa. SHARE è una delle banche dati longitudinali più complete d’Europa e include un’ampia varietà di dati socio-demografici e clinici, il che ha permesso un’analisi approfondita e attendibile.
Perché il movimento è così importante? L'attività fisica ha effetti profondi e documentati sulla gestione del dolore cronico. Non solo migliora la funzionalità muscolare e articolare, ma agisce anche a livello biochimico e neurologico:
Anche attività leggere, come una camminata quotidiana di 20-30 minuti o semplici esercizi di ginnastica dolce, si sono dimostrate efficaci. Lo studio sottolinea che non è necessario praticare sport intensi: basta interrompere la sedentarietà per ottenere benefici tangibili.
Il dolore non è una condanna dell'età !
Questo studio ribalta la percezione comune del dolore in età avanzata. Il messaggio è potente: il dolore cronico non è un destino ineluttabile legato all’età , ma una condizione modificabile, influenzata da scelte di vita quotidiane. In particolare, il movimento rappresenta una delle “medicine” più potenti e a basso costo disponibili.
I dati mostrano inoltre che i benefici dell’attività fisica si applicano anche agli over 75 e agli ultraottantenni. Anche chi ha già una storia di dolore può trarne vantaggio: i miglioramenti possono arrivare in poche settimane e la qualità della vita può cambiare radicalmente.
La sedentarietà non è solo un'abitudine dannosa, ma uno dei principali nemici della longevità sana. Il messaggio per la salute pubblica è chiaro: muoversi è un atto preventivo, terapeutico e trasformativo.
Smettere di accettare il dolore come “normale” nella terza età è il primo passo. Il secondo è iniziare a camminare.